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Titoli di efficienza energetica: cosa sono e come ottenerli

Titoli di efficienza energeticaI Titoli di Efficienza Energetica (o TEE), meglio noti come Certificati Bianchi, sono entrati in vigore in Italia nel gennaio del 2005. Il nostro paese è uno dei pochi, insieme alla Francia, ad aver scelto i Titoli di Efficienza Energetica come strategia per incentivare il risparmio di energia elettrica e gas. A distanza di 10 anni dall’emissione dei primi titoli il mercato è cresciuto in misura esponenziale, con milioni di certificati bianchi scambiati ogni anno. Per il quinquennio 2013-2016 i risparmi cumulati nel comparto energetico dovranno raggiungere 4,4 Mtep (2013), 5,9 (2014), 6,4 (2015) e 7,3 (2016). Considerando che 1 TEP = 1 titolo, i distributori di energia elettrica, e con loro le società di servizi, i produttori, le aziende installatrici (fotovoltaico, pompe di calore, geotermia, ecc) e altri ancora, avranno l’obbligo o la possibilità di scambiare enormi volumi di titoli. Una compravendita che andrà a tutto vantaggio dei più virtuosi.

RICAVO EXTRA GRAZIE AI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA

Se non si fa parte dei (pochi) soggetti obbligati a partecipare al sistema (distributori di energia elettrica e gas con più di 50.000 clienti finali), si può diventare “volontari” e ricavare un extra grazie alla vendita dei titoli ottenuti e alla loro rendita nel tempo. Chi ad esempio installa impianti fotovoltaici o effettua interventi di isolamento delle pareti e delle coperture di un edificio, aiuta a conseguire gli obiettivi del quinquennio e per questo ha il diritto di guadagnare un certo “credito”. Quest’ultimo viene erogato dall’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas e distribuito – tra gli altri – da società come la nostra, certificate ESCo (Energy Service Company) e pertanto accreditate per l’accesso al mercato telematico nazionale.

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Consumi energetici di un’azienda: come ridurli

 Consumi energetici di un'aziendaLa spese energetica delle imprese manifatturiere italiane, dal 2003 al 2011, è lievitata del 61%, per cui se prima si spendeva 100 ora si spende 161. A scriverlo è Repubblica (articolo del 30 marzo 2014), citando a sua volta l’occasional papers di Bankitalia realizzato da Ivan Faiella e Alessandro Mistretta. I consumi energetici di un’azienda vanno dunque ridotti, visto e considerato che incidono non soltanto a livello di costi ma anche di performance. Secondo la stessa ricerca, a parità di altre condizioni, emerge che “le imprese con costi più elevati hanno una minor crescita dei volumi fatturati e una minore propensione all’export”. Come dire, oltre a un utile netto più basso a causa dei notevoli consumi energetici, l’azienda “sprecona” risulta avere meno fatturato e addirittura meno entrate legate alle esportazioni. La soluzione? Ridurre i consumi energetici subito!

COME ABBASSARE I CONSUMI ENERGETICI DI UN’AZIENDA

Nell’articolo sulle 5 idee per risparmiare energia elettrica in azienda abbiamo visto come sia possibile agire su diversi fronti per evitare di consumare più energia del necessario. Di idee in realtà ce ne sono davvero tante, ma il principio da tenere a mente rimane invariato: alla base di un’azione di questo tipo deve esserci in primo luogo un’accurata analisi e – in un secondo momento – una pianificazione attenta delle strategie da seguire. La stragrande maggioranza degli imprenditori non ha alcuna familiarità con il concetto di energy management e non sa quali opportunità riservi il mercato dell’energia elettrica e del gas. Come abbiamo ripetuto spesso in questo portale, il solo cambio di fornitore o contratto può alleggerire di molto la bolletta.

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Il servizio di interrompibilità istantanea del carico

Servizio di interrompibilità istantanea del caricoIl servizio di interrompibilità istantanea del carico riguarda sia la fornitura di energia elettrica sia la fornitura di gas naturale. Come suggerisce il nome, il carico di energia o gas viene interrotto in tempo reale e senza alcun preavviso in occasione di picchi di consumo a livello nazionale. Chiamarlo “servizio” sembrerebbe un controsenso: al contrario, è appunto grazie all’interrompibilità del carico che si ottengono tariffe molto più basse. Si tratta di valutare con estrema attenzione pro e contro, calcolando se, a fronte del risparmio conseguito, l’azienda è in grado di sostenere l’improvvisa interruzione di energia elettrica o gas. Come abbiamo specificato nella pagina dedicata all’interrompibilità dell’energia elettrica e del gas, è importante ricordare che questo tipo di servizio è previsto solo per aziende con altissimi consumi. Vediamo a quali condizioni.

QUADRO NORMATIVO E ASSEGNAZIONE DELL’INTERROMPIBILITA’

Il quadro normativo che regola il sistema di assegnazione dell’interrompibilità ruota intorno alle “Disposizioni in merito alle procedure per l’approvvigionamento a termine da parte di Terna delle risorse interrompibili per il triennio 2011-2013 ai sensi dell’articolo 30, comma 18, della legge 23 luglio 2009, n. 99”. A riguardo è possibile consultare il sito di Terna (il gestore della Rete Elettrica Nazionale) e in particolare la sezione Servizio di interrompibilità. Qui sono presenti diversi documenti interessanti, incluso l’elenco delle assegnazioni con le ragioni sociali delle aziende aderenti e le quote vendute fino al 31 dicembre 2013. Al momento non sembrano esserci informazioni più recenti, né da parte di Terna né dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico.

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Calcolo del costo dell’energia elettrica per le aziende

Calcolo costo energia elettrica aziendeIl calcolo del costo dell’energia elettrica permette alle aziende di verificare se l’importo pagato al fornitore corrisponde a quanto effettivamente è stato consumato. La trasparenza, pur trovandoci in una situazione di libero mercato, non è affatto scontata e a farne le spese, oltre ai privati, sono le imprese di piccole e grandi dimensioni. Il problema nasce fin da subito, al momento della stipula del contratto di fornitura. Spesso e volentieri quest’ultimo viene formulato prima di tutto nell’interesse del fornitore, colui che di fatto stabilisce le condizioni di erogazione dell’energia elettrica. Tali condizioni, a loro volta, determinano il costo e dunque la spesa per le aziende. A causa di oneri extra superflui o per il semplice metodo di calcolo previsto, il contratto potrebbe risultare svantaggioso, quantomeno se confrontato con le alternative offerte dal mercato.

STRUMENTI PER IL CALCOLO DEL COSTO DELL’ENERGIA

La situazione dunque è la seguente: da una parte ci sono le aziende, inconsapevoli di come gli operatori agiscano – innanzitutto – per il proprio tornaconto. Dall’altra ci sono gli operatori, forti della possibilità di proporre qualunque tipo di accordo in virtù della padronanza della materia. Un po’ quello che succede con le compagnie telefoniche per i contratti aziendali, o con le banche per l’erogazione di mutui e finanziamenti. Nel caso dell’energia elettrica i meccanismi sono gli stessi. Al minimo campanello di allarme è opportuno prendere in mano la situazione ed effettuare un calcolo accurato del costo dell’energia consumata. Strumenti automatici di calcolo non esistono ancora perché le variabili in gioco sono davvero tante (maggiorazioni, IVA, accise…). La soluzione allora è un’altra: verificare la bolletta.

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I consorzi di energia elettrica per le aziende

Consorzi di energia elettricaI consorzi di energia elettrica sono gruppi di aziende che hanno scelto di associarsi per ottenere vantaggi economici e competitivi nella fornitura di energia. Il meccanismo è semplice: grazie all’elevato numero di partecipanti (quella che viene chiamata in gergo “massa critica”), il consorzio ottiene prezzi più bassi e condizioni di favore. La stessa cosa accade per i gruppi di acquisto di energia elettrica, con la differenza che questi ultimi sono formati di solito da un pubblico di privati. Consorzi e gruppi di acquisto nascono in seguito alla liberalizzazione del mercato di energia e gas metano avviata con il Decreto Legislativo n° 79 del 16 marzo 1999. Nel testo vengono usati termini quali “società consortili” e “consorzi”, definiti come aventi diritto alla qualifica di clienti idonei. Consorzi più o meno grandi sono presenti in tutto il territorio nazionale e svolgono la loro attività secondo principi di trasparenza e tutela.   

COME PARTECIPARE A UN CONSORZIO PER L’ENERGIA ELETTRICA

Qualunque azienda ha la possibilità di partecipare a un consorzio di energia elettrica e gas. La procedura classica prevede la verifica dei consumi in bolletta e la successiva ammissione al consorzio previa compilazione di un modulo e il versamento di una quota associativa simbolica. In tempi rapidi l’azienda potrà beneficiare di tariffe più basse e dunque di una riduzione dei costi. Non solo: molti consorzi propongono interventi di energy management per una corretta gestione delle risorse. In quest’ottica è importante ricordare la maggiore attenzione dei consorzi verso l’impiego di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, geotermico), al punto che alcune realtà di sono specializzate nell’offerta esclusiva di energia verde.

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L’efficienza energetica negli edifici industriali

Efficienza energetica negli edifici industrialiMigliorare l’efficienza energetica negli edifici industriali conviene sotto diversi punti di vista. Al di là delle scelte ambientaliste, continua a pesare l’inarrestabile rialzo del prezzo delle fonti fossili, ancora oggi la prima risorsa per il riscaldamento degli edifici industriali, l’illuminazione dei capannoni e il funzionamento dei macchinari. La fonte più utilizzata rimane il gas naturale, che da solo copre il 40% del fabbisogno energetico totale del “sistema produttivo”. Seguono petrolio e derivati e da ultimo le rinnovabili, in particolare le biomasse. È evidente come questa dipendenza vada a incidere sul bilancio aziendale e sulla competitività. Non a caso il colosso Lamborghini, per lo stabilimento di Sant’Agata Bolognese, ha deciso di realizzare nel 2012 il progetto di un edificio industriale multipiano in Classe A, puntando per il 2015 all’obiettivo carbon neutral. Un modello di efficienza energetica da prendere come punto di riferimento.

DOVE INTERVENIRE PER MIGLIORARE L’EFFICIENZA ENERGETICA

Il consumo medio annuo dello stabilimento Lamborghini di Sant’Agata Bolognese è inferiore a 8 Kwh/m3, merito soprattutto dell’elevato isolamento termico e, nello specifico, della combinazione di pareti in policarbonato a triplo strato e pareti ventilate ricoperte di lastre ceramiche ultrasottili. Una soluzione alla portata di poche grandi realtà industriali e tuttavia significativa per capire dove e come intervenire per migliorare l’efficienza energetica. Nel caso di edifici industriali già esistenti, è bene muoversi dopo un’accurata valutazione dei consumi, valutazione che deve includere l’analisi della bolletta. Il report ottenuto permette di individuare gli sprechi della struttura e dell’attività industriale a livello di consumi energetici.

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Guida al fotovoltaico sul tetto delle aziende

 Fotovoltaico per aziendeL’impianto fotovoltaico viene installato sul tetto delle aziende per diversi motivi, tra cui spazio e orientamento. La copertura esterna di capannoni, fabbricati e immobili risponde infatti a questi e altri requisiti fondamentali (distanza, accessibilità, ecc…) senza i quali il rendimento dell’impianto non giustificherebbe l’investimento.

È opportuno che le caratteristiche del tetto dell’azienda siano analizzate di volta in volta con estrema attenzione, assicurando una progettazione accurata e un dimensionamento corretto.

Il primo fattore da prendere in considerazione è lo spazio: per quanto riguarda i tetti piani, i moduli andranno montati su basi di appoggio inclinate e distanziate per via dell’ombreggiamento reciproco. Per ogni KW di potenza, dunque, occorreranno dai 10 ai 12 metri quadri circa di area libera. Se invece il tetto è inclinato ed esposto come dovrebbe, lo spazio necessario potrà scendere fino a 7-9 metri quadri per KW di potenza.  

DALLA TIPOLOGIA DI PANNELLI ALL’ORIENTAMENTO DEL TETTO

Se lo spazio è il primo e più importante parametro da valutare, è anche vero che la tipologia di pannelli fotovoltaici influisce e non poco sulla metratura richiesta. Pannelli monocristallini, policristallini o a film sottile reagiscono in modo differente alla provenienza dei raggi solari (luce diffusa o diretta) e questo determina il tipo di installazione e, di conseguenza, l’area da occupare. Essenziale è poi l’orientamento (o esposizione) del tetto dell’azienda, ammesso che si possa usare questo termine e non si abbia a disposizione un tetto piano (in questo caso andranno studiati supporti inclinati). Ideale risulta un’esposizione del tetto a sud, ma vanno altrettanto bene esposizioni a sud-est o sud-ovest. Per quanto riguarda l’inclinazione dei moduli fotovoltaici, questa varia in base alla località in cui sorge l’edificio aziendale.

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Illuminazione a LED per grandi spazi e capannoni

 Illuminazione LED per grandi spaziApplicata su grandi spazi, edifici industriali e capannoni, l’illuminazione a LED risulta una delle soluzioni più convenienti per migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e ridurre la spesa energetica. A fronte di un investimento meno impegnativo rispetto ad altri interventi (installazione di pannelli fotovoltaici, acquisto di veicoli elettrici, ecc), è possibile sostituire le lampade tradizionali con supporti basati su tecnologia a LED, superiori sotto ogni punto di vista. Cambiare l’impianto di illuminazione all’interno di grandi spazi e capannoni significa non soltanto ridurre di oltre il 90% la corrispondente voce in bolletta. I vantaggi riguardano anche la qualità della luce, la maggiore sicurezza, la flessibilità di utilizzo, l’abbinamento con sistemi di controllo e gestione (domotica). Un modo intelligente per aumentare la competitività della fabbrica o dell’azienda.

TUTTI I BENEFICI DELL’ILLUMINAZIONE A LED PER SPAZI GRANDI

Il primo e più importante beneficio per l’imprenditore che sceglie di passare all’illuminazione a LED è quello di ridurre la bolletta dell’energia elettrica. Una normale lampadina a incandescenza – la cui produzione è stata bloccata per legge in tutta Europa da settembre 2012 – consuma fino a 9 volte in più di una lampadina a LED. A questo bisogna aggiungere la sicurezza dovute alle bassissime temperature di funzionamento, unita al rispetto della normativa in vigore in materia di illuminazione sul posto di lavoro (UNI 12464-1 del 2004). La legislazione prevede il mantenimento di determinati parametri relativi a distribuzione delle luminanze, abbagliamento, direzione della luce, resa dei colori, sfarfallamento e controllo della luce diurna, parametri in cui rientrano i moderni impianti di illuminazione a LED.

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5 idee su come risparmiare energia in azienda

Come risparmiare energia in aziendaPiù che di idee su come risparmiare energia elettrica in azienda, sarebbe giusto parlare di settori strategici in cui un’impresa dovrebbe investire per consumare meno energia e tagliare i costi in bolletta. L’ottica giusta è infatti quella dell’investimento, sebbene in moltissime situazioni sia possibile ottenere un risparmio immediato con il solo cambio di fornitore di energia elettrica (ne parliamo a proposito di Fornitura elettrica per le aziende). Senza dubbio, per le aziende davvero interessate al risparmio energetico le soluzioni non mancano e diversificare diventa la parola d’ordine. Tra le tante aree su cui puntare, ne abbiamo selezionato 5 ad oggi più vantaggiose delle altre. È chiaro che ogni azienda avrà le sue necessità particolari, ma le il valore di questa breve lista di idee rimane pur sempre valido. Iniziamo!

1) RISPARMIARE ENERGIA IN AZIENDA COL CAMBIO DI FORNITURA

Come accennato nell’introduzione, il solo cambio di fornitore di energia e gas (così come il cambio di contratto con lo stesso fornitore) risulta un ottimo punto di partenza per avviare una politica di risparmio nei consumi. In questo caso è bene affidarsi a un consulente indipendente, in quanto interfacciarsi direttamente con le ditte che erogano il servizio significa rimettersi nelle mani di chi lavora, prima di tutto, per incrementare i propri guadagni.

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Efficienza energetica nelle imprese: a chi rivolgersi

Efficienza energetica nelle impreseL’efficienza energetica nelle imprese è un obiettivo comune che può portare enormi vantaggi alla singola azienda e alla collettività nel suo complesso. Come abbiamo visto più volte negli aggiornamenti pubblicati in questa sezione, le aree di intervento tipiche dell’efficienza energetica sono molteplici e possono essere suddivise in due categorie. La prima riguarda gli interventi che non prevedono modifiche strutturali all’azienda. Un esempio classico è il cambio di fornitura di energia elettrica o, in alternativa, la modifica del contratto in vigore. Dal momento che le aziende fornitrici operano secondo condizioni stabilite da loro (il cliente deve solo firmare un contratto), spesso e volentieri la semplice mediazione di un esperto porta all’individuazione di contratti e condizioni migliori. Non bisogna dimenticare che quello nazionale è ad oggi un mercato libero, dove accanto ai grandi nomi esistono fornitori piccoli ma altrettanto validi.

INTERVENTI STRUTTURALI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA AZIENDALE

Nel secondo gruppo rientrano gli interventi strutturali per diminuire il consumo di energia e gas. Dall’installazione di un impianto fotovoltaico al cambio delle lampadine con sistemi moderni di illuminazione a LED, dall’acquisto di vetture e scooter elettrici all’uso del solare termico. È chiaro che l’investimento, in questo caso, potrebbe rivelarsi notevole, ma il condizionale è d’obbligo: ogni impresa si distingue per determinate caratteristiche e non è detto che tutti gli interventi siano convenienti a priori. La decisione dovrà essere presa dopo un attento monitoraggio delle performance e delle peculiarità dell’impresa, d’accordo con il committente e con i suoi obiettivi.

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